Perché si dice: “Abbiamo fatto 30, facciamo 31”?
Tanti modi di dire e tanti significati: la ricchezza e la bellezza della lingua italiana sta anche in questo. Oggi vi spiegheremo perché si dice: “Abbiamo fatto 30, facciamo 31“.
Per spingere qualcuno ad osare ancora un po’, soprattutto quando si porta a compimento una grande impresa (derivata da un’enorme fatica), si usa l’espressione: “Abbiamo fatto 30, facciamo 31“. Visto gli innumerevoli sforzi precedenti, basta poco per fare un passo in più.
Accettare di svolgere un lavoro imprevisto, dopo essersi già dati molto da fare. Questo è il concetto base dell’espressione in analisi oggi.
Da dove deriva questo detto? Nel 1517 Papa Leone X creò una lista di nuovi cardinali, inserendone 12. Poco dopo il numero salì a 20, poi 28. Il giorno prima di mostrare l’elenco, ne aggiunse altri due fino ad arrivare a 30, nonostante l’opposizione dei vecchi cardinali. Poco dopo, il Papa disse che quello sarebbe stato il numero massimo. Il giorno dell’elezione, però, ricordò di avere escluso un prelato di grandi meriti e lo aggiunse, pronunciando questa celebre frase.